Palestrina 4 Gaza

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APM: voi siete un gruppo di 7 persone, attualmente, e intendete entrare a Gaza per fare Circo sociale e yoga, volevo chiedervi, perché magari non tutte sanno, cos'è il Circo sociale e cosa significa per voi praticarlo in quel determinato contesto...

PERSONA1: in genere il circo sociale è un modo per promuovere coesione sociale in un territorio in cui si vive una condizione di disagio,
...le pratiche circensi per una comunità, per il sociale, cercano di far fronte a questo disagio creando opportunità di partecipazione di reinvenzione... proprio a partire dall'uso del proprio corpo e di strumenti (che nel nostro caso sono tessuto, trapezio, hula hop, bolas, etc.)

In altre parole, essere consapevoli del proprio movimento, acquisire la capacità di realizzare in autonomia gli attrezzi o imparare a realizzare spettacoli, sono tutte cose che danno la possibilità ad una persona o ad un gruppo di decidere autonomamente, cioè di autodetermianrsi come singoli e come collettività.

poi, c'è da dire che, nella realtà palestinese la Striscia di gaza è una vera e propria prigione a cielo aperto... e noi, chiaramente, parteggiamo per l'autodeterminazione del popolo palestinese dall'apartheid israeliana

a questo proposito va detto anche che, nonostante tutto, negli anni si sono venute a costituire diverse scuole di circo a Gaza, assieme a delle pratiche di Yoga per sole donne...

Queste e tante altre attività, hanno già dato la possibilità ai gazawi di organizzarsi in modo notevole e, di realizzare attività di vario genere. Ad esempio, la scuola di circo "Gaza circus school" oggi fa spettacoli negli ospedali, per le strade, con gli adulti e con i bambini. Le varie scuole o gruppi che fanno circo sociale o Yoga a Gaza, sono riusciti a creare un piccolo zoccolo duro di resistenza, in primis, dalle condizioni di vita a cui sono costretti!

Sono veramente molto bravi, anche perché negli anni si sono confrontati con molti acrobati e, penso che, dato il livello delle loro pratiche, noi abbiamo molto da imparare da loro...da un punto di vista tecnico oltre che umano, intendo...

APM: Ok, perché allora andare proprio in Palestina, perché praticare il circo sociale a Gaza?

PERSONA 2: Andare nella Striscia di gaza come Circonfuse/i, o come qualcuna ormai dice Circon-fù, è sicuramente un modo per tornare ad esistere come collettivo, ma è anche un modo per politicizzare le nostre pratiche in un contesto che ci sta molto a cuore.

Infatti, abbiamo chiamato il progetto Palestrina libera 4 Gaza prorpio perchè ci ricorda il nostro luogo di provenienza - la palestra di xm24 - uno spazio libero e che storicamente ha sempre cercato di coinciliare le attività sportive a delle scelte politiche.

Inoltre, c'è da dire che già nel 2016 delle compagne della Palestra di xm hanno realizzato a Gaza dei bellissimi laboratori di autocostruzione di strumenti da circo e hanno allestito le palestre con le corde per fare parinama yoga. Poi hanno fatto diversi laboratori..anche!

Quella che stiamo progettando è, quindi, una seconda partenza, vorremmo dare una continuità a quello che è stato fatto dalle compagne, e chissà, magari permettere ad altre di ritornare.

APM: Quindi, parte del gruppo che intende partire è già entrato nella Striscia di Gaza con dei progetti, volete parlarci di questa esperienza?

PERSONA 3: Siamo partite in un gruppo di donne, 2 maestre di circo e 3 insegnanti di Yoga e abbiamo portato lo yoga a Gaza per la prima volta, nel 2016, con intento di portare un supporto psicologico e lo stimolo per apprendere una disciplina antica che non era mai stata conosciuta all’interno della striscia. Grazie alla solidarietà espressa da attiviste ed attiviste di diversi centri sociali in Italia e in particolare XM24 e vAg 61 a Bologna siamo riuscite a finanziare questa spedizione finalizzata principalmente alla condivisione di un sapere e alla socializzazione col popolo palestinese con cui siamo e sempre saremo solidali. I gazawi vivono schiacciati all’interno di confini sempre più chiusi ed inattraversabili e sono costretti a reprimere qualunque desiderio di scoperta, di viaggio, di socializzazione con il resto del mondo, col quale nonostante tutto restano sempre in attivissimo contatto e scambio. Entrare nella striscia di Gaza ha il grande valore di portare conoscenze e maestranze per le persone che da li non possono uscire, ma principalmente ha il grande valore politico di rompere i confini, intromettendosi cosi ai limiti del vivere da 70 anni sotto assedio militare da parte dell’esercito Israeliano. Entrare a Gaza è impossibile per chiunque non sia dipendente di una ONG o un giornalista, ma già p2 volte siamo riuscite a varcare quel confine grazie a tutto il coordinamento e la rete creatasi attraverso il centro culturale VIK che si trova a Gaza City e che promuove ormai da 10 anni gli scambi interculturali fra Italia e Palestina. Da sempre ho creduto che chiunque dovrebbe intraprendere questo viaggio, sia verso i Territori palestinesi che all’interno della piccolissima striscia di Gaza per rendersi conto coi propri occhi di cosa significhi quel tipo di apartheid, che discrimina e reprime una popolazione solo per trovarsi a vivere in una terra da millenni contesa e più che mai lasciarsi contaminare dalla meravigliosa forza di reazione e resistenza del popolo palestinese è il più grande tributo che noi occidentali possiamo ricevere ed i cui insegnamenti porteremo sempre con noi

Dopo aver atteso il visto per entrare nella striscia per oltre un mese, veniamo fermate a check Point di Erez ancora per diverse ore, per subire diversi interrogatori, perquisizioni e body scanner. L esercito Israeliano teme perdutamente qualunque persona decida di entrare nella striscia, anche se solo atlete e maestre di yoga, come fossero davvero delle possibili terroriste. Ci hanno controllato i capelli, le unghie, i bagagli, ci hanno rifatto le stesse domande più e più volte e alla fine hanno dovuto lasciarci passare in quanto attese da una ONG riconosciuta. Una delle esperienze più belle mai fatte nella vita, sebbene difficile.

APM: e quindi adesso voi lì cosa intendete fare e come vi state muovendo per adesso?

PERSONA 4: Anche questa volta intendiamo partire con la stessa Ong di cui si parlava prima, Vik, solo che adesso ci inseriamo all'interno di un contesto molto più allargato, il Gaza free style festival.

Ogni anno, da ormai da 3 anni, d'estate a Gaza si tiene un festival di free style, che oltre ad essere un contenitore di tante pratiche come lo Skate, il Writing, e il Circo... è anche un modo per far arrivare sulla striscia delle carovane da gente oltre confine. L'idea è quella di creare scambio e contaminazione continua...

Con il ricavato delle carovane o dei festival si costruiscono, poi, delle strutture utili alla genete del luogo per continuare ad allenarsi. Ad es. per adesso si stanno costruendo delle conche/piattaforme da Skate su una partedel lungo mare di ------ e questi lavori hanno proseguito anche durante questo periodo col covid-19.

Per quanto ci riguarda, con il gruppo Palestrina4Gaza, intendiamo entrare nella striscia inserendoci in questo contesto. Vorremmo portare dei laboratori di tessuti, Yoga, cerchio, slackline..partiremmo inoltre con un gruppo media di videomaker di Roma che ha intenzione di documentare le attività e i laboratori che si faranno.

per rispondere alla domanda adesso che facciamo adesso...

beh, noi per adesso abbiamo avviato delle attività di autofinanzaiamento attraverso cui vorremmo anche rifornire, con dei materiali, le strutture già esistenti e organizzare dei pulman che dalla striscia portano le persone in un punto per fare dei laboratori di circo o per praticare yoga. Abbiamo, già avviato dei bellissimi laboratori di Hula hop, che sono un pò un preludio a quello che vorremmo sviluppare una volta in Palestina...

ma intendiamo, anche, far conoscere il nostro progetto e a breve organizzare una serie di iniziative, sempre con l'obiettivo di poter contribuire il più possibile a incrementare le scuole di circo e di yoga che già ci sono sulla Striscia.

Quindi seguiteci! Al momento potete farlo tramite il nostro banchetto al mercato del giovedì di xm o tramite Fb, ma crediamo nelle nostre potenzialità social e forse andremo oltre questo limite... Ad esempio possiamo, già, anticiparvi che con tutta probabilità saremo a Roma a luglio, a Casetta Rossa, con un banchetto di info-benefit in occasione di un evento organizzato da Vik.

APM: Come possiamo supportare questo progetto?

PERSONA 5: Scrivete per contattarci alla mail: palestrina4gaza@autistici.org

la pagina FB per trovare tutte le info è https://www.facebook.com/Palestrina4Gaza

per fare una donazione via paypal: https://www.paypal.me/pforgaza/

APM: Ascolta l'intera intervista qui: